100 volte Alberto Sordi

  15 Giu 2020

L’attore Romano avrebbe oggi compiuto un secolo

“Mi dispiace, ma io so io, e voi non siete un c***o”, una delle battute più celebri di Alberto Sordi nel film “Il marchese del Grillo”, l’attore romano oggi avrebbe compiuto cento anni. Chiamato anche Albertone, l’ultimo Re di Roma, Sordi era amato dal pubblico della sua città e non solo; considerato tra i più grandi attori della storia del cinema italiano. Appunto, un italiano romano dalle doti innate che gli valsero in giovane età l’ingresso nel mondo dello spettacolo, come a tredici anni, quando improvvisamente scoprì di avere la voce bassa e di aver quindi abbandonato quella fanciullesca; da lì il piccolo Alberto cominciò a domandarsi cosa ne avrebbe fatto di quella “caratteristica”, e infatti grazie a questa cantò nel coro della Sistina. Commedie, drammi, non solo cinema ma anche doppiaggio, teatro di varietà; ciò testimonia la versatilità dell’uomo e la naturale inclinazione alla mimesi. Ma la fama di Alberto Sordi non è sbocciata né subito, né tanto meno facilmente: nel film “Gli aquilotti”, pellicola pre bellica e di propaganda essendo sotto fascismo, Sordi riuscì a far valere al suo ruolo nonostante il contesto una valenza ironica e leggera. Proprio questo suo essere camaleontico nella interpretazione delle parti più diverse lo avvicina agli attori della commedia dell’arte, essendo capace di far sue una serie di maschere. Sordi è entrato nei cuori degli italiani per questa sua fedeltà, per non averli mai delusi. Un primo Alberto Sordi lo si vede in film come “Il vigile” di Luigi Zampa, “Un americano a Roma” di Steno, “I Vitelloni” di Federico Fellini”, laddove si scorge l’uomo “mondano”, come lo definì Carlo Verdone, e amante delle feste; andando avanti con gli anni poi la figura muta, trasformandosi in più riflessiva, come testimoniato da pellicole come “Il tassinaro” e “Nestore ultima corsa”, di cui firma la regia. Ancora, memorabile rimane il suo legame con Carlo Verdone, con cui girò “Troppo forte” e “In viaggio con papà”. Alberto Sordi rimane ancora oggi un punto di riferimento per tutti coloro che lavorano nella settima arte, ma anche per tutti gli amanti del mondo dello spettacolo; nel corteo funebre romano infatti, tra i tanti cartelli ne spuntava uno con su scritto “C’hai fatto tanto ride, però adesso ce fai piagne”.

Francesco Sarri

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