Le memorie di un assassino, quando la Corea fa paura

  08 Giu 2020

MEMORIE DI UN ASSASSINO: Quando il fato diverge…

Film cruento, deciso, straziante nel suo riscontro con la realtà.

Inquadrature, sceneggiatura, tutto è curato al dettaglio, in un’ambientazione familiare, dalla visione esterna, simile ad un ricordo o ad un sogno.

La pellicola è ambientata in una cittadina di campagna della Corea del Sud e trattano di una storia vera che ha inizio nel 1987 e conclusione nel 2003, anno corrispondente alla prima data d’uscita del film, per poi essere migliorato e riproposto nel 2020.

Sinossi

Sei assassinii, cinque donne ed una ragazzina, tutte e sei stuprate e trucidate da un killer con un metodo ben preciso: agisce sotto la pioggia, chiedendo una canzone alla radio e attacca solo donne vestite di rosso, lasciando come eccezione solo la ragazzina.

Solo una donna si salva, fingendosi morta e riuscendo a fuggire.

La polizia brancola nel buio, spezzata dalla mancanza di gioco di squadra e da un tempismo che quasi li schernisce, restando sempre qualche passo avanti a loro.

I sospettati sono tre, ognuno di loro accumunati dalla tortura in cambio di una presunta colpevolezza da sbandierare ai media locali, gli stessi media che farà rilasciare tutti e tre per la mancanza di prove, necessarie per l’incarcerazione.

Il primo sospettato è un ragazzo, affetto da disturbi mentali, che darà molte informazioni riguardanti il caso, dei dettagli che solo chi ha commesso i crimini potrebbe sapere.

Qualcosa però non quadra, non è lui l’assassino.

Detective e polizia si rivolgeranno a lui una seconda volta, ma il fato sarà, ancora una volta, più veloce di loro.

L’ultimo sembra quello giusto.

Molte, troppe cose combaciano:

La canzone richiesta alla radio sembra collegarlo agli omicidi, ma ancora una volta qualcosa non va come dovrebbe andare.

Magari la morte, magari di nuovo il fato, magari chissà, ma ancora una volta, la polizia ha un pugno di mosche fra le mani.

Alla fine il caso resta irrisolto, ma non è finita.

Il finale?

Vi lascerà senza fiato…

Commento

Memorie di un assassino, la cui durata è di 129 minuti, lascia con il fiato corto e tante, troppe domande in sospeso che, fino all’ultimo secondo del film e anche dopo, risuonano nella testa come tuoni.

La forte critica alle forze dell’ordine, così violente, talvolta meschine, fanno rimbombare nell’anima la stessa smania di giustizia che smuove il mondo in questi giorni, al seguito del caso Floyd risalente al 25 Maggio di quest’anno, in un’ondata che dall’America giunge fino a noi come uno tsunami.

Il riadattamento di Memorie di un assassino porta gloria ad uno spettacolo su schermo di cui consiglio la visione solo ad un pubblico al di sopra dei 14 anni e non particolarmente sensibile.

Molte scene, infatti, risultano di forte impatto emotivo.

Io stesso, scrittore di horror e di situazioni ai limiti del sopportabile, ho provato un forte stato di angoscia e sgomento di fronte a determinate scene.

Ascoltatemi, per favore: non è un film adatto a bambini e persone sensibili.

Memorie di un assassino lascia il segno, conduce alla riflessione come pochi altri lungometraggi.

Un capolavoro il cui impatto emotivo non finisce con i titoli di coda, ma serpeggia dentro di noi, lasciando un barlume di amarezza e consapevolezza, una comprensione totale verso il mondo che ci circonda e che possiamo provare a cambiare, rendendoci conto di cosa accade intorno a noi e di quanto, talvolta, le apparenze ingannino come i migliori prestigiatori che mai incontreremo…

Nivan

INFORMAZIONI GENERALI

Premi: Torino Film Festival

Regista: Bong Joon-ho

Sceneggiatori: Bong Joon-ho, Kwang-rim Kim, Sung Bo Shim

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