Crime fiction e nuovi adattamenti: Poirot di nuovo in scena

Crime fiction e nuovi adattamenti: Poirot di nuovo in scena

  05 Set 2020   ,

Il detective ora alle prese con il mistero sulle acque del Nilo

Era il 2013 quando in televisione andò in onda ”Sipario – L’ultima avventura di Poirot”, episodio finale della fortunata serie sulle indagini dell’investigatore belga Hercúle Poirot, il personaggio più famoso nato dalla penna di Agatha Christie. Tale serie iniziata nel lontano 1989 (13 stagioni con 70 episodi realizzati), è stata capace di portare sul piccolo schermo un adattamento molto fedele, in grado di creare l’atmosfera claustrofobica e privata della campagna inglese in cui vigevano i personaggi descritti nei libri della scrittrice; inoltre il ruolo che ha interpretato per 24 anni ha fatto sì che David Suchet entrasse nell’immaginario collettivo come il volto ufficiale dell’investigatore belga. Ecco perché con la messa in onda di quest’ultimo episodio sembrava fosse giunta la fine di un’era, con il detective dal baffetto ricurvo, garbato nei modi oltre l’immaginabile, anti mascolino nel suo aspetto (in netta contrapposizione con il suo nome, Hercule) quanto agile e scattante di mente, che aveva terminato la sua “carriera” per sempre. Fortunatamente il mondo del cinema ha ancora bisogno dei suoi eroi, e come prassi comune negli ultimi anni, le case di produzione attingono alla pratica del Remake come soluzione per la creazione di nuovi prodotti mediali, tenendo conto anche dei possibili rischi che ciò comporta. Fare un nuovo adattamento di opere amate dal pubblico e dalla critica, infatti può risultare un flop se non realizzato nel modo giusto o in maniera originale che aggiunga qualcosa alla storia o al personaggio in questione. Se però le produzioni riescono a creare il giusto mix tra casting, sceneggiatura, e effetti speciali, contando su gente preparata, ispirata e dal talento cristallino allora è possibile dare nuova linfa vitale e attirare nuovo pubblico verso opere che appaiono sempre più senza tempo. Questo è uno di quei casi, dal momento che solo 4 anni dopo la fine della serie Tv, nel 2017, Sir Kenneth Branagh (tra i maggiori interpreti shakespeariani esistenti) ha riportato su schermo le gesta e il volto di Poirot, fungendo da protagonista e regista del film “Assassinio sull’Orient Express”, uno dei racconti dal finale insolito scritti dalla Christie, al suo secondo adattamento cinematografico dopo quello del 1974 diretto da Sidney Lumet. A saltare subito all’occhio è stato in nuovo aspetto del detective, in primis dai baffi, più voluminosi e bianchi rispetto agli adattamenti precedenti (tuttavia veritiera, in quanto Branagh si è affidato per la realizzazione alle descrizioni della Christie nei racconti e ai colloqui con gli eredi di quest’ultima per questo dettaglio caratterizzante), poi il fisico, che comparato a quello del Poirot di Suchet appare meno robusto e goffo nei movimenti, più slanciato e pronto all’azione, senza tuttavia perdere l’essenza di un personaggio metodico, oculato e quanto mai in conflitto tra la sua visione della vita nell’equilibrio perfetto tra bene e male e il mondo circostante. Anzi Branagh riesce ad aggiungere un aspetto ancora più umano al Poirot sociologo, un uomo che contempla non solo il come un crimine sia stato svolto, ma soprattutto il perché, con la sua spasmodica lucidità, la lettura dei dettagli, delle situazioni domestiche e della personalità di ogni sospettato. Lo stile registico di Branagh inoltre con i suoi tratti teatrali grazie all’ambiente ristretto e la perfetta direzione di un cast stellare che vantava tra gli altri Johnny Depp, Penelope Cruz, Willem Dafoe e Michelle Pfeiffer, forniscono il palcoscenico perfetto per il ritorno in grande stile di Poirot. Tutti questi aspetti hanno permesso al film di essere un successo in tutto il mondo, con oltre 350 milioni di dollari guadagnati. Da ciò la decisione di continuare a sfruttare il successo (l’ennesimo) del detective belga sullo schermo, e infatti il 19 agosto 2020 è stato rilasciato il primo trailer del sequel “Assassinio sul Nilo”, adattamento del libro “Poirot sul Nilo” e rappresentazione delle intenzione che Branagh e la produzione avrebbero intenzione di creare, ossia un nuovo brand, un universo cinematografico con Poirot come pietra miliare, come affermato da Branagh stesso: <<Penso che ci siano possibilità di farlo. Con decine di libri e racconti c’è molto materiale, e lei stessa (la Christie) ha mescolato spesso i suoi personaggi. Si tratta di un vero e proprio universo>>. Ai posteri la sentenza, intanto è iniziata l’attesa per questo nuovo capitolo della storia di Poirot, pronto a tenere sulle spine sia il nuovo che il vecchio pubblico, con i vecchi appassionati che nonostante conoscano già lo svolgimento degli eventi, non vedono l’ora (ancora una volta e con piacere) di rivedere le storie che da sempre hanno accompagnato la loro immaginazione, il loro acume, prima come libri e poi come film. Perché le storie più belle spesso sono tragedie. E Poirot è ancora in scena per risolverle.

Jacopo Alpi

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