
Vista e udito: Tarantino e Bresson a confronto
Vista e Udito: Tarantino e Bresson.
Quel che è destinato all’occhio non faccia doppio uso con quel che è destinato all’orecchio – Bresson.
Ringraziamo una delle Note sul cinematografo, attuale in ogni momento. Utilizzare le ingombranti dinamiche dell’industria cinematografica è un ardire che punta a rischio(economico)zero, e ad un incredibile esperienza compromettente i cari attori. Sicuramente poco avevano da perdere gli attori al servizio di Robert Bresson (quasi totalmente sconosciuti allora e oggi), semplici modelli per i film più intimamente apprezzati nella storia. Da spettatore, apprezzare intimamente un film è una maniera per dire, una volta che il proiettore si spegne, “ho lasciato la mia impronta”. Questo è il momento di entrare in merito alla sua Nota. Come posso io, fruitore, rendermi indispensabile all’oggetto artistico? Certamente, prima di tutto c’è bisogno che i protagonisti me lo lascino fare: discretamente mi invitino ad essere io stesso, “io fisicamente sono”, il legame che unisce due protagonisti. Ma, più probabilmente, quando la Star è Brad Pitt -professionista egregio che merita articoli tutti per lui-, così come si pone, ciò che nasce più spontaneo è il desiderio di essere io Brad Pitt, io consumatore di epiche ed entusiasmanti avventure, più che altro. Un’altra maniera di darci un senso assistendo l’arte è quello di riuscire a concentrarci. “Quel che è destinato all’occhio non faccia doppio uso con quel che è destinato all’orecchio“. Non ho bisogno di troppe informazioni contemporaneamente. Insomma, per capire che qualcuno mi viene incontro non ho bisogno di ascoltare i passi di questo qualcuno mentre osservo come svolazza il suo pantalone e come si appoggiano le sue belle scarpe di pelle a terra. Mi basterebbe ascoltare i suoi passi – e nel frattempo, riflettere e sentire che la mia missione da spettatore si compie. Numerosissimi film abbiamo visto in questi mesi sui piccoli schermi. Tantissime informazioni fanno confusione nella testa. Adesso che di nuovo percorriamo le strade, un augurio fortemente si propone che sia concesso di riconoscere il nostro senso.
Vincenzo Sacco