Bodyguard: combattere il terrorismo, prima ancora quello dentro sé stessi

Bodyguard: combattere il terrorismo, prima ancora quello dentro sé stessi

  10 Gen 2019  


Proteggere la vita del Segretario di Stato britannico a qualunque costo, anche quando ciò significa fuggire da sé stessi, o quanto meno provarci.

Contraddizioni provocatorie nella serie di Jed Mercurio, trasmessa da BBC One e Netflix, Bodyguard; del 2018, con protagonista il neo premiato ai Golden Globes Richard Madden, già volto noto della HBO per aver vestito i panni dell’autoproclamato Re del Nord Robb Stark; stavolta nelle vesti dell’agente veterano di guerra David Budd.

Nella vita di questo agente, impostato e dallo sguardo glaciale, non ci si annoia: marito giovane ma separato, due figli, e un passato nell’esercito che, senza nessun preavviso, invade la sua mente come delle fitte, facendo riaffiorare gli orrori dell’Afghanistan. David parte già col piede giusto sventando, nella prima puntata, un attacco terroristico in un treno, dove anch’egli si trova assieme ai suoi figli. Dopo questo successo i suoi superiori decidono di promuoverlo a guardia del corpo, assegnandogli da subito il delicato compito di proteggere, ironia della sorte, Julia Montague (Keeley Hawes), Segretario di Stato e promotrice del conflitto in cui David si è trovato, tempo prima. Il rapporto tra i due non inizia nel migliore dei modi, ma tale situazione non durerà a lungo; e per un breve periodo sembra che la vita di David si avvii verso l’equilibrio, ma si sta solo raschiando la punta dell’iceberg. David non solo deve stare con occhi sbarrati e muscoli tesi per proteggere Julia; ma deve anche gestire la sua vita privata: problemi di alcolismo, disturbi della personalità, rapporti difficili con la moglie Vicky (Sophie Rundle) e i loro due bambini; un rifiuto psicologico di riconoscere di aver bisogno di aiuto; tutti elementi che, uniti, hanno creato una figura disturbata. Non un eroe, sebbene molte sue gesta direbbero il contrario, ma qualcosa di diverso; a tratti eroico, a tratti pericoloso. Tuttavia non è finita, David dovrà affrontare”scaramucce” ben peggiori di queste, a cominciare dalle continue minacce di terrorismo alla città di Londra, le continue vessazioni degli avversari politici della Montegue, fino a risolvere misteri spionistici inizialmente eterei, ma forse molto vicini ai vertici del suo stesso corpo. David Budd, faccia a faccia con il terrorismo, che prima di tutto si trova nella sua testa.

La serie è al momento composta da una sola stagione contenente sei episodi; inizia da subito a rilasciare adrenalina ma andando avanti, nonostante presenti molte situazioni interessanti, ci si può imbattere in alcuni momenti di noia.

Ad ogni modo il prodotto offre al pubblico una esauriente panoramica della vita dei corpi di sicurezza londinesi, ottima anche la scelta del tema, se si considera la realtà contemporanea. Nonostante le lodi della critica internazionale, dure critiche sono arrivate da Hasan Minhaj, che per la stessa piattaforma conduce il varietà Patriot Act, che ha accusato la serie di islamofobia. Qualora fosse in cantiere una seconda stagione, questo fatto potrebbe risultare un problema non indifferente. Il personaggio interpretato da Madden sembrerebbe all’apparenza poco impegnativo, ma interpretare un soggetto problematico, mono espressivo, e che sorride si e no quattro volte in tutta la serie, tutto deve esser stato, tranne che semplice. Golden Globes meritatissimo dunque, aspettando di vedere cosa succederà nell’imminente evento, la “Notte degli Oscar 2019”.

Francesco Sarri

 

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