
Buon compleanno Carlo Verdone
L’attore romano spegne settanta candeline. Il project manger Mattia Scaramuzzo: “Carlo Verdone è un esempio e una guida per tutti noi, la sua umiltà la si riconosce da lontano”
Carlo Verdone compie settant’anni. L’attore, regista, sceneggiatore e comico romano che ha fatto e continua a far ridere più di una generazione inizia una nuova decade. Un compleanno strano, anomalo, come molti in questo periodo di pandemia legato al Coronavirus; tuttavia un momento per celebrare uno degli attori più iconici della comicità italiana, del grande schermo e non solo. Nato nel 1950 da papà Mario e mamma Rossana Schiavina, già dall’infanzia Verdone respira lo spettacolo, essendo figlio di un docente di storia del cinema, dirigente del centro sperimentale di cinematografia e critico cinematografico. Ma non solo, la sua famiglia era solita organizzare, di tanto in tanto nel loro appartamento, diverse feste in maschera; così che Carlo potesse maturare, a poco a poco, l’amore per la scena. Gli esordi con il cabaret con “Tali e quali”, nei quali propone una serie di personaggi caratterizzati che da subito fanno presa sul pubblico, nel ’77 il debutto sul piccolo schermo con il varietà “Non stop”, nel quale conoscerà anche Massimo Troisi. Verdone raggiunge così il successo, tanto da essere notato da Sergio Leone, figura fondamentale per la fortunata carriera cinematografica che avrebbe avuto in seguito. Tra i suoi primi lavori diventati cult ricordiamo “Un sacco bello” del 1980, “Bianco, rosso e verdone” l’anno dopo, “Borotalco” e “Troppo forte”. Altrettanto iconica l’amicizia con Alberto Sordi, col quale realizzerà “In viaggio con papà”. Tra i suoi successi più noti ricordiamo, inoltre, “Viaggi di nozze”, del 1995; con la battuta “o’ famo strano” diventata un must. Il passaggio, con gli anni, dalla maschera prettamente comica a un aspetto più legato alla commedia. Nel 2012 la pubblicazione dell’autobiografia “La casa sopra i portici”, in cui l’attore si mette a nudo al lettore, raccontando la sua vita e molti curiosi aneddoti legati alla sua vita personale. Il suo ultimo film “Si vive una volta sola”, bloccato tuttavia dal lockdown alla vigilia del debutto nelle sale. “Credo che Carlo Verdone sia stato uno dei pochi pedinatori del popolo italiano, sapendo rappresentare nel modo migliore tutti i ticchi, i fanatismi, le fobie, le ipocondrie, e tutti gli aspetti caratteriali che hanno caratterizzato un trentennio.” – commenta così Mattia Scaramuzzo, produttore per Old Cinema, project manager del festival CineIncontriamoci, collaboratore artistico di Neri Parenti, Pupi Avati e Carlo Verdone – “Ha saputo raccontare il contesto sociale attraverso una linea sottile e corale, non fermandosi esclusivamente alla commedia. Questo assemblaggio ha lasciato quello che un domani sarà la storia del cinema italiano. Parliamo di una scuola che probabilmente ancora oggi non studiamo, alle radici di quella di Nanni Loi, Mario Monicelli, Pietro Germi, Roberto Rossellini; Verdone sarà uno di quei registi accodati al post neorealismo, prezioso per tutti coloro che vorranno approcciarsi alla commedia italiana. Sono dodici anni che lo conosco, per me è stato un padre artistico e spirituale che mi ha insegnato tanto; a partire dal comportamento fino a tanti aspetti artistici. Ho difficoltà ad esprimere la gioia nell’aver conosciuto un mostro sacro come lui. Questo cambiamento della società, come non piace a tanti giovani non piace nemmeno a lui, per cui ho conosciuto un Verdone dalle tante sfaccettature. Negli ultimi sei film ho lavorato con lui, nei quali ho ammirato la sua maestria nella regia, è veramente un esempio e una guida per tutti noi; è una persona umile, e questa umiltà la si riconosce da lontano”.
Francesco Sarri