E dopo Carosello tutti a nanna! Il ricordo di un programma amato da tutti
Carosello, quando la pubblicità diventa spettacolo e intrattenimento. La nostalgia di quello che è stato, ma che non può (ri)diventare la tv italiana
Sicuramente una cosa a cui oggi siamo molto abituati, o quantomeno ne veniamo costantemente bombardati, è la pubblicità: colorata, in bianco e nero, eccentrica, elegante, divertente, in italiano, in inglese…ce n’è per tutti i gusti! E per tutti i canali. Continuamente. Nel 2006 il parlamento europeo ha approvato una direttiva che prevede un’interruzione pubblicitaria, sotto forma di spots, ogni 30 minuti. Ma è sempre stato così?
Un tuffo nel passato con Carosello, emblema della paleotelevisione e della società che fu
Nel 1954, negli studi Rai di Torino, prendono vita le prime trasmissioni della nostra televisione: lo scopo principale è informativo-educativo, solo in minima parte di intrattenimento, e (udite udite) non vi è alcuna pubblicità.
Ebbene sì, il primo spazio televisivo dedicato alla pubblicità arriva solo nel 1957 ed è destinato a rimanere a lungo: Carosello. 10 minuti di trasmissione dalle 21 alle 21:10 circa con l’intenzione di proporre un vero e proprio spettacolo, di cui il prodotto da pubblicizzare è solo l’espediente.
Carosello va in scena ininterrottamente dal 1957 al 1977: vent’anni di appuntamento fisso nelle case degli italiani e di personaggi, storie diventati ormai familiari. Uno per tutti? Calimero, il pulcino piccolo e nero nato nel 1963 per pubblicizzare un detersivo.

Questa forma di intrattenimento diventa la palestra dei disegnatori di cartoni animati, nonché di grandi attori e registi: Eduardo de Filippo, Mina, Vittorio Gassman, Sergio Leone, Totò e tantissimi altri!
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Carosello è quindi stato a tutti gli effetti uno spazio significativo della televisione italiana, specialmente amato dai bambini, a cui era permesso di guardare un po’ di trasmissione e “dopo Carosello, tutti a nanna!”.
Aurora Borgna