I simpson ripudiano Micheal Jackson

  09 Mar 2019   ,

“Signor Jackson le rammento che il suo silenzio la incriminerà ancora di più. No, signor Jackson non riversi la sua rabbia su di me. Signor Jackson stia indietro, stia indietro, NOOOOOO!!!!”
*Potrebbe non essere accaduto*

Il celebre episodio 1 della terza stagione “Papà-zzo da legare”, come abbiamo saputo da varie testate giornalistiche, è in fase di cancellazione dai palinsesti televisivi, dalle piattaforme streaming e persino dai cofanetti DVD che verranno ristampati da qui in avanti, come se non fosse mai esistito. Il tutto per la presenza di Michael Jackson al doppiaggio e per i riferimenti all’artista nell’episodio in questione. La causa? Un documentario, Leaving Neverland, basato sulle testimonianze di due sedicenti vittime di abusi sessuali subiti da Michael Jackson, che sta impazzando in America e nel Regno Unito. Inutili le investigazioni dell’FBI durate anni sul caso Jackson, inutili i raid a sorpresa a Nervaland senza successo. Inutile anche il verdetto di innocenza del tribunale per le accuse di molestie del 2005. Oggi è sufficiente un programma televisivo, un documentario, a fare da tribunale popolare e a giudicare se un individuo sia vittima o colpevole.
E dunque il movimento #MeToo, basato su accuse di molestie mosse spesso senza alcuno straccio di prove e documentazioni, ha coinvolto anche I Simpson, gli stessi Simspon che nell’episodio 9 della sesta stagione (Homer l’acchiappone) vedeva Homer accusato per un ingenuo malinteso della Venere di gomma. Così come per Homer è bastato un programma televisivo, palesemente manipolato, a far insorgere media e opinione pubblica, dipingendolo come un mostro, un pervertito, un predatore sessuale di giovani ragazze, a Michael Jackson è bastato un documentario. I Simspon sono passati dal fare satira e aspra critica ad una società ingenua e ipocrita e a tutte le sue contraddizioni, incolpando di ciò i mass media e le loro losche e subdole manipolazioni, ad essere essi stessi vittima di questo amaro vortice.

 

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