La Caserma: il reality che fa arrabbiare i militari

La Caserma: il reality che fa arrabbiare i militari

  08 Mar 2021

Il docu – reality su Rai Due è prossimo all’ultima puntata, ma molti militari di professione manifestano totale disapprovazione sul programma: “La divisa non è un lavoro, è un modo di essere”

“La Caserma” è il nuovo programma, con lo stesso format de “Il Collegio”, debuttato a Febbraio su Rai Due. Il docu – reality consiste in un esperimento sociale della generazione Z. Un gruppo di ragazzi tra i 18 e i 22/23 anni che, abituati a comfort, mondanità e social network, viene catapultato in una vera e propria caserma; dovendo seguire rigidamente un vero e proprio addestramento militare, il tutto per tre mesi. Il programma ha fatto infuriare una buona fetta di pubblico in divisa che, vedendosi in quel modo rappresentato, ha accusato la trasmissione di infangamento dell’uniforme. Abbiamo così deciso di invitare presso i nostri microfoni, per un commento a caldo, un ex militare, specializzato nella sicurezza e delle infrastrutture nella difesa a personalità di rilievo. “La Caserma”, dopo un discreto successo della prima puntata, ha visto gradualmente un calo di pubblico. I dati Auditel hanno registrato, solo nella seconda puntata, 1.717.000 telespettatori; pari al 7.6% di share.

Un esperimento sociale al suo debutto. Hai avuto modo di vederlo?

Certo, non so se per fortuna o per sfortuna. Leggendo il titolo i ricordi del passato riaffiorano, ma ancor di più delle regole scritte e non scritte. La caserma è una città appunto con delle regole, per cui bisogna sapersi comportare. Ho trovato sgradevole vedere dei ragazzotti completamente senza freni andare a indossare una uniforme per la quale non hanno mostrato rispetto, né lo hanno mostrato nei confronti dell’anzianità e del posto sacro nel quale stanno andando a fare servizio. La divisa non è un lavoro, è un modo di essere; o ce l’hai o non ce l’hai. Non esiste proprio che una persona, per quanto bella possa essere, si presenti in caserma coi tacchi, con piercing o capelli lunghi. Stai andando a servire lo Stato, non stai andando ad una fiera. Da una parte questa trasmissione ti da allegria, dall’altra rabbia.

A proposito di rabbia, molti militari e non hanno additato il programma accusandolo di oltraggio alla divisa. A questo punto non si sa quale sia il reale confine tra fiction e realtà.

Ho avuto modo di studiare questo fenomeno, non ti nego che alle prime battute ci ho riso su, ma l’aver visto determinate dinamiche lì dentro mi ha fatto pensare, un po’ come l’altra trasmissione “Il Collegio”. Mia madre e mia zia sono state in collegio ad Isernia, ricordano davvero tanto, e ricordano soprattutto il rispetto e la disciplina che vigeva, oltre al sacrificio. Poi ti trovi questi ragazzi che sfottono divisa scolastica e preside, e ti rendi conto che sono dei fasulli, delle iene.

Ne “La Caserma” uno dei ragazzi ha mostrato atteggiamenti abbastanza irriverenti contro la sua superiora, tu pensi che questo sia ammissibile nella realtà?

A maggior ragione che c’è una donna come tuo superiore devi avere dei comportamenti adeguati. Il militare non è una professione, è uno status, la tua divisa, uniforme, barba, armadietto eccetera appartiene allo Stato. Se esci dalla caserma non uniformato fai fare una figuraccia non solo ai tuoi compagni e superiori, ma anche a quelli che si sono sacrificati per far sì che tu indossassi quella divisa. Non è solo uno status a livello giuridico, ma mentale, nel momento in cui ho il tricolore sul braccio rappresento l’Italia. La sciatteria poi non è ammessa, se non vuoi avere rispetto per te stesso, almeno abbine per gli altri; sei in piscina e durante l’addestramento vuoi fare lo splendido? Ti prendi le conseguenze. Loro non sono militari, sono civili che fanno finta di essere militari, ho visto cose al limite dell’indecenza.

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Pensi che ciò che hai visto sia un tipico ritratto della così detta generazione Z?

Credo che sia un ritratto di persone decerebrate. Nelle loro schede si leggeva che volevano fare questa esperienza per il loro numero di followers su Instagram. Se dici una cosa del genere a uno psicologo militare vieni scartato. Usi delle armi e hai delle responsabilità anche verso la caserma stessa, se non fai i dovuti “servizi di compagnia”, quella è una società che non va avanti; ti parlo da Caporale Istruttore. La prima cosa che ti dicono quando arrivi è “Nessuno ti ci ha chiamato”, e se provi a replicare ti liquidano con “Chi ti ha detto di parlare?”. Ciò però non è un atteggiamento vessatorio, è per farti capire che non sei a casa tua, ci sono delle regole che o le capisci subito o te ne vai. A noi istruttori, quando ci veniva dato un plotone, era nostro compito addestrarli al ruolo che poi avrebbero dovuto svolgere.

Possiamo paragonare le punizioni che vengono inflitte nella trasmissione, e quelle che vengono inflitte nella realtà?

Più che punizioni si chiamano “articoli disciplinari”. Non si da una punizione poiché non siamo loro genitori, un militare per essere processato ha bisogno di una corte militare, e solo i Carabinieri possono arrestarti poiché polizia militare. Se sai che facendo questa infrazione non vieni punito, è ovvio che poi la fai. Non può esistere che dei ragazzi, complice un istruttore, facciano uno scherzo ad altri ragazzi; come è successo in una delle puntate. Ognuno ha il suo modo di comportarsi e le sue regole non scritte, non è concesso il lassismo, e una recluta non può assolutamente ridere in faccia ad un incursore militare; come successo nel programma.

Hai avuto modo di confrontarti con altri tuoi colleghi?

Con miei colleghi diretti no, noi della classe ’85 eravamo mezzi ultimi di leva e mezzi volontari. L’atteggiamento dei due contesti è diverso, ecco perché poi ti dicono “Chi ti ci ha chiamato qui?”. Sei pagato per stare lì ed eseguire gli ordini, è un’esercitazione continua anche in assenza di logica, certe meccaniche sono fatte apposta per addestrarti all’impensabile. Se durante una marcia devi andare in bagno ti si viene detto “Fattela nei pantaloni e continua a camminare”, perché quella marcia è fatta a tempo per valutare un certo tipo di cosa, in previsione di un’operazione all’estero. Qua stiamo parlando di ricognizione, di addestrarsi a quello che potrebbe essere la realtà. Ecco cosa c’è dietro la figura del militare, ecco perché siamo così arrabbiati. Poi si può trovare anche il collega che la prende a ridere, ma dipende anche da quello che ha fatto il collega nel corso del suo servizio.

In una puntata e durante il silenzio, i ragazzi hanno fatto un gran baccano nei corridoi delle camerate, ignorando il piantone di servizio.

Non esiste. Il piantone è un servizio che ti fa capire dove sei, il fatto che di notte vegli sulla compagnia e alle 2 del mattino ti vengo a svegliare trovando tutto a posto, significa che poi non devi lavorare. In quelle due ore tu sei responsabile e ufficiale della compagnia, se succede qualcosa la responsabilità è tua perché capitano e maresciallo non ci sono, il sergente probabilmente avrà gli alloggi dei sottufficiali. A questi ragazzini va inculcato il concetto che sei in caserma, se te ne freghi delle regole e durante la notte succede qualcosa poi va a finire male. Il capitano che li ha successivamente puniti è stato molto buono, ma ha fatto un errore, far uscire i diretti colpevoli; io avrei agito in modo diverso, avrei punito tutti. Nella trasmissione sono molto più flessibili, anche perché l’incursore ha un atteggiamento che può avere con il suo staff, cioè con chi è già professionista; con delle reclute invece bisogna comportarsi diversamente. Questo programma non è intrattenimento ma feccia, si sta passando il messaggio che la vita militare sia quella, non è assolutamente così; quanti sull’onda di questo programma andranno a fare domanda, e bloccheranno i concorsi su quelli che realmente ci vogliono andare? Se l’aspirante militare prende ad esempio questa roba è meglio che non si presenti in caserma, Vuoi fare il militare? Un militare è un ottimo cittadino, un esempio, e prima o poi si resterà soli. La famiglia qui viene sempre dopo il lavoro, e se nel periodo di licenza ti si viene richiesto di rientrare in caserma per una particolare operazione non ci si può esimere dal non andarci, è reato militare e c’è l’arresto. Ecco perché dico valutare bene cosa è un militare, e sapere che la mattina sei sul piazzale, issi una bandiera e quella bandiera devi rappresentarla al meglio.

Francesco Sarri

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