Tv: bassa stagione, bassa voglia?
La televisione nel periodo estivo deve essere necessariamente noiosa?
Siamo nel periodo “morto” della televisione. Come ogni anno, se per località turistiche marine e montuose può registrarsi un incremento delle attività, nella televisione accade il contrario: una fase di riciclaggio ma anche di sperimentazione. I vari palinsesti sono riempiti di programmi che durante l’inverno si sono rilevati fortunati, dunque riciclati, aprendosi così a nuove sperimentazioni lanciando ad hoc delle versioni estive; questo periodo è anche chiamato “Summer Reruns”. Allo stesso tempo nei palinsesti vengono inserite grosse quantità di diritti e, ancora, con la diminuzione del pubblico si abbassano i costi degli spazi pubblicitari; sono minori i budget per le produzioni televisive, e così anche gli obiettivi da raggiungere. Ma per ogni regola c’è sempre una eccezione che la conferma, ed è il caso della trasmissione dei grandi eventi: nelle occasioni di Olimpiadi o Mondiali di calcio, i mesi di Giugno e Luglio acquistano più valore. Questo meccanismo resta valido per i network commerciali, poiché devono comunque dar conto ad un considerevole numero di inserzioni pubblicitarie; allo stesso tempo in contesti come pay tv e piattaforme digitali, se prima questo periodo risultava un blackout, adesso si rivela come occasione per varie sperimentazioni, in uno spazio comunque molto affollato durante l’alta stagione. Se tuttavia si volge lo sguardo a qualche caso contemporaneo, ci si accorgerà del fenomeno quasi paradossale di Temptation Island. Solo l’ultimo episodio ha totalizzato 3.720.000 spettatori, pari al 22,6% di share, dando un notevole slancio al palinsesto estivo di riferimento. Il programma ha inoltre la sua dose di product placement, ovvero l’inserimento di marchi e prodotti a fini commerciali. In un solo format e trasmissione, il palinsesto generalista affronta così la stagione estiva. La bassa stagione televisiva equivale allora alla bassa voglia di guardarla? Dipende.
Francesco Sarri