Russian Doll, la serie che dura poco… e funziona
Ci credo che davanti a una serie di otto stagioni con tredici puntate che durano un’ora ciascuno, uno si spaventa. Sarà pure mozzafiato, ben fatta, con degli ottimi attori, ma rimane lunga come una quaresima. E allora che fare? Iniziare o non iniziare? Questo è il dilemma.
Il problema alla base è che sono tante. Troppe le serie tv disponibili nelle varie piattaforme di streaming on demand. E proprio davanti a un oceano immenso di episodi e a un fiume in piena di finali di stagioni imperdibili, che spicca Russian Doll. Otto puntate che durano circa mezz’ora. Un lungo film, in pratica, che ti puoi vedere in due serate. Che goduria.
Sarebbe però superficiale dire che la nuova serie ideata da teste acute come quelle di Natasha Lyonne, Amy Poehler e Leslye Headland sia bella solo perché è breve. È bella perché è profonda, tagliente, trasversale. Innanzitutto, diamo un’occhiata alla trama.
LA TRAMA
Natasha Lyonne, conosciuta per il ruolo della tossicodipendente Nicki Nichols in Orange Is The New Black, interpreta Nadia. Indipendente, solitaria, sagace, la protagonista è caratterizzata da una folta chioma di capelli rossi, a metà tra una leonessa e Merida di Ribelle. La serie inizia con la festa di compleanno della donna, organizzata dall’eccentrica amica Maxine, con cibo, musica, alcol e droga. Durante il party Nadia viene malauguratamente investita, ma niente paura. Finisce in un loop temporale che la porterà all’infinito davanti allo specchio del bagno di Maxine ancora decorato a festa.
La donna rivivrà le ultime ore della sua vita per un numero incalcolabile di volte, uccisa da una macchina prima, da un infarto o un ossicino di pollo poi. La storia è così assurda da essere divertente, soprattutto grazie alle reazioni di Nadia di fronte a questo scherzo del destino.
La svolta arriva nelmomento in cui la protagonista intuisce di non essere la solaintrappolata in questo loop…
FILOSOFIA E MATEMATICA
In mezzo a questa idea relativamente originale, la serie tocca i temi più disparati e profondi. Impossibile non pensare alfilm cult Ricomincio da capo con Bill Murray, che si basava sullo stesso meccanismo di base. Eppure, la strada percorsa dalla serie è totalmente diversa da quella del film appena citato. Russian Doll è una critica all’invidualismo esasperato di oggi, alla difficoltà di vivere e parlare delle proprie emozioni, alla stasi vissuta dall’uomo contemporaneo. Si parla di metafisica, quarta dimensione, relatività, senza mai rinunciare ad un elemento comedy.
Ciononostante, forse l’aspetto migliore di Russian Doll è la meccanica della sottrazione. Siamo da sempre abituati a vedere serie che si infittiscono di sottotrame, di situazioni problematiche da risolvere. Si aggiungono personaggi, riferimenti ad episodi passati e io spettatore capisco sempre meno. Beh, Russian Doll fa l’opposto. Nessun dettaglio è fondamentale, anzi, questi sono così superficiali da diminuire di puntata in puntata. Non è importante quello che si è appena visto succedere, maquello che sta succedendo adesso. E basta.
Senza ulteriori spoiler, una delle scene più intense della serie coinvolge Nadia e un anziano signore all’ingresso di un condominio. La protagonista ci dà una visione interessante del lutto che, forse, potrebbe essere d’aiuto per molte persone. Go check it out!
Alessandro Coppari