I momenti più assurdi del Festival di Sanremo

I momenti più assurdi del Festival di Sanremo

Di momenti tremebondi ne è piena la musica italiana, quindi sostanzialmente il Festival di Sanremo. Ecco una carrellata, più o meno recente, forse mettiamo qualcosa già dimenticata dai più. Buona lettura, accompagnata dalle esibizioni originali (e ringraziamo per questi video chi li ha caricati: siete i nostri eroi).

Fuori Classifica 2020 – Sincero

Succede tutto un venerdì intorno all’1.30 di un festival che sembrava una maratona Mentana. In molti dormono, altri sono li lì. Succede il capolavoro, per cui ogni parola oggi è vana e superflua.
Colpo di scena al Festival di Sanremo 2020: Bugo, in gara con Morgan con il brano “Sincero”, decide di abbandonare l’esibizione. Da regolamento sono squalificati. Per la serie: “Quando Bugo poteva ancora uscire senza autocertificazione”.

La versione originale

1993 – Caramella

Un Festival a marchio Pippo Baudo, con molte canzoni banali e mediocri, lo storico duetto di Mia Martini con Loredana Bertè, l’insurrezione cattolica su un brano inerente l’aborto (hai visto mai) e una canzone un po’ equivoca. Direttamente dai giovani eccovi Leo Leandro con “Caramella”, ovvero mettere parole a caso più o meno in rima e cercare di adocchiare una ragazza molto giovane (massì, dai! Quel brano che faceva: Caramella anche alla mela / che seno a pera). Non sappiamo se il titolo “Caramelle” di Pierdavide Carone e i Dear Jack sia involontariamente un omaggio, non lo sapremmo mai visto che il brano di questi ultimi due è stato scartato dalla competizione, anche se gira in radio.

 

 

1994 – La Squadra Italia con una Vecchia canzone

Abbiamo visto tanto e anche troppo. Tipo questo: la Squadra Italia, che arrivò nel 1994 al penultimo posto fra i Campioni: popolarissime e celebrate star della canzone italiana (Nilla Pizzi, Mario Merola) abbinati a una banda di mezzi carneadi. In totale 11, come una squadra di calcio: ideona dell’impresario Dino Vitola, testo di “Una vecchia canzone italiana scritto da Stefano Jurgens (quello di “Avanti un altro”) e Marcello Marrocchi. Era un inno per gli sfigati, un buon auspicio per i mondiali o per la politica? La Squadra Italia scatenò, a un mese dalle elezioni, il pandemonio. Lasciarono la sola Nilla Pizzi a mettere una pezza: «Anche se ci chiamiamo Squadra Italia non abbiamo nulla a che vedere con il nuovo partito fondato da Silvio Berlusconi». Sì, crediamoci.

 

2000 –  Padre Alfonso vs La Croce

Cinque serate, dal 21 al 26 febbraio 2000. Quel Sanremo doveva entrare nella storia, ci riuscì con la vittoria degli Avion Travel, determinata dalla giuria di qualità presieduta da Mike Bongiorno, quasi un tocco d’artista verso il conduttore Fabio Fazio. Tra i giovani è bagarre, la scelta degli artisti darà materiale infinito al dopo Festival. 2000 anno di Giubileo, perché non mettere un frate cappuccino-canterino? Padre Alfonso Maria Parente. E perché non mettere un brano-non brano? Eccovi “La Croce” di Alessio Bonomo. Il prete ebbe dei guai con la Giustizia in seguito, Bonomo (che fece un videoclip diretto da Oliverio Toscani) continua a scrivere canzoni.

 

2001 – Spacca tutto

Nel festival di Raffaella Carrà, la scelta degli ospiti è fenomenale. Arrivano i Placebo, si esibiscono, spaccano una chitarra e mandano probabilmente affanc… il pubblico, modalità Zlatan Ibrahimovic. Top. Brian Molko si assume a paladino del nuovo millennio. Quell’anno passò in sordina l’effetto Placebo, tutte le polemiche erano rivolte a Eminem.

2007 – Neoneoneoneoneonè

Ritorna Pippo Baudo: mancava dal 2003 ed aveva ripristinato la struttura organizzativa tradizionale: due categorie, i big e i giovani, con la classifica stilata in base alla somma dei dati ottenuti da un campione demoscopico, da una Giuria di qualità e dal televoto degli spettatori a casa. Il duetto della terza serata premia Simone Cristicchi con Sergio Cammariere (il lancio verso la vittoria per ” Ti regaleró una rosa”), mentre Nada con Cristina Donà sono le antesignane della musica sparata a manetta dallo spot di Adrian. Cantarono “Luna in piena”, ma a capirci qualcosa quella sera è un miracolo.

 

2008 – Apriti cielo

L’ultimo festival di Pippo Baudo. A Loredana Bertè danno “Musica e parole” che in realtà è “L’ultimo Segreto” di Ornella Ventura, avendo stesso ritornello e melodia. Diedero alla Bertè il premio della sala stampa (ma perchè?). Toto Cutugno litigò con chiunque o quasi al Dopo Festival e vinsero Giò di Tonno e Lola Ponce: i due cantavano una canzone di Gianna Nannini, “Colpo di Fulmine”. Un brano che nessuno avrà mai canticchiato probabilmente sotto la doccia. La pelle d’oca arriva per il duetto… a tre de “Il solito sesso” con Max Gazzè, Paola Turci e Marina Rei.

2010 – Italia amore mio

Sapete già tutto di “Italia amore mio”, brano arrivato secondo al Festival del 2010 nonché cavallo di battaglia del principe Emanuele Filiberto di Savoia. Vista anche la qualità del brano, sacrosante furono le vivacissime contestazioni in sala durante le esecuzioni e in particolar modo all’annuncio della triade: fu sacrificato Simone Cristicchi e gli orchestrali lanciarono in aria gli spartiti. Memorabile, nella serata dedicata ai duetti, la presenza muta di Marcello Lippi, che ebbe il pregio di non cantare ma di polemizzare con Antonella Clerici di fatto.

2014 – Prima di andare via

Brano-presagio per Riccardo Sinigallia. Brano fenomenale, ma già cantato. Squalificato e ricantato, nonostante una maglietta con gli elefanti utilizzata in ogni esibizione. Ispirò anche un interessante libro sul giornalismo.

Prima di andare via/ sorridi un po’/ come per proteggermi dalla tua malinconia/ con lo sguardo di chi non è cresciuto/ a gentilezze / E anche quando non vuoi/ sorridi un po’ / per dire tutto a posto / ti rivedo o dopo no / mentre il resto / quello che è andato perso… / Ci sembra un’altra vita.

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