In ricordo di Julio Solinas
In ricordo di Julio Solinas, attore teatrale scomparso qualche anno fa riproponiamo una sua intervista
1) Signor Solinas quando ha mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo?Praticamente da sempre. Per ragioni che riguardano la storia della mia famiglia, fin da piccolo ho respirato aria d’arte e di spettacolo, ma i miei veri primi passi sono iniziati all’età di 13 anni, quando con la Schola Cantorum della cappella Sistina si organizzavano spettacoli (vere e proprie operette, con fasto di costumi e scenografia e bravi registi, orchestra dal vivo, e dove i ragazzi recitavano per i ragazzi) presso il Teatro de’ Servi in Roma per il periodo di carnevale, e queste operette venivano replicate per almeno un mese. In una partecipai come protagonista ed ero il Principe Azzurro della favola di Cenerentola. Poi al momento del cambio di voce da “bianca” ad adulta, iniziai come cantante rock e da lì, colmo della poesia di Jim Morrison e della “beat generation”, organizzai delle performances con mie poesie e la musica dal vivo, ed iniziai ad essere chiamato a recitare da alcune compagnie e così cominciò a diventare un mestiere l’essere attore. Nel frattempo studiai anche, fui accettato all’Accademia Silvio D’Amico, ma non potei frequentarla perché vivevo già fuori casa e avevo bisogno di lavorare perchè nessuno poteva mantenermi, e l’ Accademia non permetteva allora di far lavorare nello spettacolo i propri allievi. Allora frequentai svariati stage, con ottimi maestri, ma gran parte di ciò che conosco ed ho imparato, l’ho rubato dalla pratica delle “tavole del palcoscenico” e dall’ osservazione degli attori e dai registi, tra cui alcuni veramente grandi, con cui ho lavorato.
2) Nella sua carriera ha toccato tutti i vertici dello spettacolo, come teatro, televisione cinema…qual è quello che le ha dato e la da più soddisfazioni? Assolutamente il Teatro, per le ragioni di cui sempre si parla, ma che sono vere: il contatto diretto ed immediato con il pubblico è veramente una droga a cui però non ci si assuefa mai.
3) Lei ha studiato anche nella “Scuola Cantorum” della Cappella Sistina e ne fu anche voce bianca solista. Che ricordi ha di quel periodo? Belli con dei rammarichi, poiché vivendo quell’esperienza quando si è bambini, molte cose non si apprezzano fino in fondo e non si colgono le occasioni e le opportunità che ti si presentano. Un aneddoto voglio raccontarlo: La Schola Cantorum era chiamata spesso a fare concerti per il mondo e ne ricordo però uno in particolare. Eravamo in Austria, avrò avuto 10 anni, e si doveva fare un concerto di “musica sacra”. Quando entrammo nella sala per posizionarci, noi tutti “pulitini”con la nostra divisa, notammo che la sala era piena d’operai, ancora sporchi del proprio lavoro, alcuni addirittura in tuta; chiaramente su questo all’epoca ci scherzammo sopra, ma ripensandoci ora, alla dimostrazione d’interesse e alla determinazione di quegli operai nel venire ad ascoltare e alla loro voglia di qualcosa di bello, mi commuovo e trovo che fu qualcosa di fantastico.
4) Qual è stato il suo maestro più importante? Senza fare torto a nessuno, ho avuto la fortuna di incontrare e lavorare con tanti bravi maesri ed attori. Il primo fra tutti è stato Aroldo Tieri e con lui Giuliana Loyodice, con cui ho lavorato insieme per quasi 5 stagioni, che per me sono stati maestri sul palcoscenico ma ancor più “maestri di vita”.
5) Nel 1998 era a teatro con l’opera “Che Guevara – Il musical”. Cosa ne pensa del noto rivoluzionario? Che Guevara è e rimane, nonostante l’ idiota e capitalistica commercializzazione, un eroe, un mito del secolo precedente e anche dell’attuale, una figura fondamentale della nostra cultura e se si togliesse qualche maglietta di mezzo e ci si concentrasse più sulle sue azioni e i suoi scritti, non credo che si farebbe un soldo di danno. La sua volontà, se volete romantica, di costruire un mondo più equo e migliore dovrebbe essere d’esempio a tutti.
6) Nel 2006 l’abbiamo vista nella fiction “Incantesimo” dove interpretava un personaggio “cattivo”, più precisamente il truffatore Altieri. E’ stato difficile interpretare la parte di un “mascalzone”? La difficoltà è sempre quella di rendere credibili i personaggi che si vanno a fare, e in questo caso dover essere credibile anche quando parli con entità soprannaturali, dato che l’Altieri parlava con le persone defunte, non è stato facile. Spero di esserci riuscito.
7) Lei è uno dei costituenti della associazione “Globi Distratti”. Di che cosa si occupa? La nostra è un’associazione culturale, e ci occupiamo principalmente di formazione e di produzione sia teatrale che audiovisiva. Riusciamo dal 1999, anno della costituzione della GLOBI DISTRATTI, a formare almeno due laboratori teatrali e produrre dai tre ai quattro spettacoli e almeno un video ogni anno. E tutto questo non sarebbe possibile senza l’aiuto delle altre due colonne portanti dell’associazione che sono Emanuela Dessy e Mario Rinaldoni. Tutto finanziato da noi e dalle entrate dei nostri corsi, ogni tanto con il contributo dell’ IMAIE ( Istituto per la tutela dei diritti degli artisti interpreti escutori.). Se volete sapere di più sulla GLOBI DISTRATTI potete venirci a trovare sul web all’indirizzo www.globidistratti.net oppure sulla nostra pagina di my space www.myspace.com/globi_distratti
8) Ha mai recitato a Cosenza? E cosa ne pensa della città e della sua provincia? Sono stato più volte al “Teatro Rendano”, e anche la provincia di Cosenza l’ho “battuta”, come si dice in gergo, parecchio, soprattutto d’estate, e sono stato anche nei cosiddetti ”paesi albanesi”. Una gran terra, dove torno sempre volentieri, anche per abbuffarmi di ‘nduja e per passeggiare con piacere nella parte vecchia di Cosenza
9) Quando potremmo rivederla a teatro nella nostra città o in televisione? Spero presto, attualmente i miei impegni mi fermano a Roma e non so quale sarà il mio prossimo impegno in tv. Stiamo per chiudere un contratto per una nuova importante fiction che parlerà di uno dei grandi Papi del novecento, ma non posso dire nulla.
- a cura di Massimo Maneggio – anno 2008